Riflessioni per smettere di sentire minacciata la nostra autorità di genitori

Con quali occhi guardiamo ai nostri figli?

Quali aspettative abbiamo sul loro comportamento?

Nella mia esperienza di educatrice la risposta che più ha prevalso durante i colloqui con i genitori è stata quella di trovare strategie, ricette affinché il bambino aderisse il più possibile alle esigenze familiari. Siamo solitamente portati a pensare che siano i nostri figli a doversi adeguare a situazioni, impegni e equilibri familiari preesistenti. Ma ci siamo mai posti la domanda che in realtà sarebbe dovuto essere il nostro stile di vita a modellarsi sulle sue esigenze?

Prova a cambiare il tuo punto di vista 

Siamo portati a pensare che un bambino non abbia il diritto di avere un pensiero proprio, addirittura diverso dal nostro. Anzi, quante volte ci siamo sentiti dire: “Questo bambino è viziato, non può scegliere da solo! Altrimenti quando sarà grande cosa ti chiederà? Sei tu che comandi!”.

Quello che ci trae in inganno è il punto di vista con cui ci approcciamo al nostro bambino, spesso adultocentrico. In una frase come questa ne stiamo facendo una questione di potere, il bambino è visto come una minaccia che mina la nostra autorità, che non va confusa con l’autorevolezza. Ci sentiamo sminuiti, impotenti.

Ma proviamo a guardare questa situazione con uno sguardo diverso, che prende in considerazione il bambino come persona. Un bambino ha il diritto di avere un pensiero proprio e di esercitarlo. Questo richiede a noi adulti di assumere una posizione di ascolto, di accoglienza, di empatia. In altre parole ci chiede di decentrarci, di mettere lui al centro del nostro pensiero, quindi della relazione, e soprattutto di accettarlo per quello che lui è mettendo da parte le nostre aspettative.

Non rimanere legato a schemi educativi poco efficaci

Chiediamoci: cosa sta provando? Cosa mi sta dicendo con il suo comportamento? Di cosa ha bisogno?

Un altro passo importante è essere consapevoli di cosa proviamo noi in quel momento, per non farci trascinare da vecchi schemi educativi molto comodi da mettere in atto per il nostro cervello. Così facendo avremo noi il controllo sul nostro agire e non delegheremo questo controllo alla nostra emotività

Attraverso questo sguardo e queste piccole strategie avremo gli strumenti per capire come affrontare le fatiche con i nostri figli, usando uno sguardo più obiettivo e non giudicante. Il più delle volte siamo noi a dover modificare il nostro comportamento e non i nostri figli. 

I bambini utilizzano le loro capacità nel miglior modo possibile, impariamo anche noi a farlo.

Romina Marino

Educatrice esperta in temi legati alla genitorialità, coordinatrice nido d’infanzia, insegnante di massaggio infantile A.I.M.I. e peer supporter in allattamento.

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